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Letteratura italiana Einaudi
Giordano Bruno - De la causa, principio et uno
non vanno in perdizione per penuria d interpreti di
paroli, ma di que che profondano ne sentimenti.
polihimnio Cossì dumque vieni a computar un par
mio nel numero della stolta moltitudine?
gervasio Non vogliano gli dèi, per che so che con la
cognizione e studio de le lingue (il che è una cosa rara
e singolare) non sol voi, ma tutti vostri pari sète valo-
rosissimi circa il far giudicio delle dottrine, dopo aver
crivellati i sentimenti di color che ne si fanno in cam-
po.
polihimnio Perché voi dite il verissimo, facilmente
posso persuadermi che non lo dite senza raggione:
per tanto come non vi è difficile, non vi sia grave di
apportarla.
gervasio Dirò (referendomi pur sempre alla censura
de la prudenza e letteratura vostra): è proverbio co-
mune, che quei che sono fuor del gioco, ne intendano
più che quei che vi son dentro; come que che sono
nel spettacolo, possono meglio giudicar de gli atti,
che quelli personaggi che sono in scena; e della musi-
ca può far meglior saggio un che non è de la capella o
del conserto; similmente appare nel gioco de le carte,
scacchi, scrima et altri simili: cossì voi altri signor pe-
danti, per esser esclusi e fuor d ogni atto di scienza e
filosofia, e per non aver, e giamai aver avuto partici-
pazione con Aristotele, Platone et altri simili, possete
meglio giudicarli e condannar con la vostra sufficien-
za grammaticale e presunzion del vostro naturale, che
il Nolano che se ritrova nel medesmo teatro, nella me-
desma familiarità e domestichezza: tanto che facil-
mente le combatte dopo aver conosciuti i loro interio-
ri e più profondi sentimenti. Voi dico per esser extra
ogni profession di galant uomini e pelegrini ingegni,
meglio le possete giudicare.
polihimnio Io non saprei cossì di repente rispondere
a questo impudentissimo. Vox faucibus haesit.
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Giordano Bruno - De la causa, principio et uno
gervasio Però i pari vostri son sì presuntuosi, come
non son gli altri che vi hanno il piè dentro: e per tanto
io vi assicuro, che degnamente vi usurpate l ufficio di
approvar questo, riprovar quello, glosar quell altro;
far qua una concordia e collazione, là una appendice.
polihimnio Questo ignorantissimo, da quel che io son
perito nelle buone lettere umane, vuol inferir che so-
no ignorante in filosofia.
gervasio Dottisimo messer Polihimnio, io vo dire
che se voi aveste tutte le lingue che son (come dicono
i nostri predicatori) settantadue...
polihimnio Cum dimidia.
gervasio ... per questo non solamente non siegue che
siate atto a far giudizio di filosofi, ma oltre non potre-
ste togliere di essere il più gran goffo animale che viva
in viso umano: et anco non è che impedisca che uno
ch abbia a pena una de le lingue ancor bastarda, sia il
più sapiente e dotto di tutto il mondo. Or considerate
quel profitto ch han fatto doi cotali: de quali è un
francese arcipedante, ch ha fatte le Scole sopra le arte
liberali e l Animadversioni contra Aristotele; et un al-
tro sterco di pedanti, italiano, che ha imbrattati tanti
quinterni con le sue Discussioni peripatetiche. Facil-
mente ogn un vede chi primo molto eloquentemente
mostra esser poco savio; il secondo semplicemente
parlando, mostra aver molto del bestiale et asino. Del
primo possiamo pur dire che intese Aristotele, ma
che l intese male; e se l avesse inteso bene, arebbe for-
se avuto ingegno di far onorata guerra contra lui, co-
me ha fatto il giudiciosissimo Telesio Consentino. Del
secondo non possiamo dir che l abbia inteso né male
né bene: ma che l abbia letto e riletto, cucito scucito,
e conferito con mill altri greci autori amici e nemici di
quello; et al fine fatta una grandissima fatica, non solo
senza profitto alcuno, ma etiam con un grandissimo
sprofitto: di sorte che chi vuol vedere in quanta paz-
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zia e presuntuosa vanità può precipitar e profondare
un abito pedantesco, veda quel sol libro, prima che se
ne perda la somenza. Ma ecco presenti il Teofilo col
Dicsono.
polihimnio Adeste felices, domini. La presenzia vostra
è causa che la mia excandescenzia non venga ad exag-
gerar fulminee sentenze contra i vani propositi ch ha
tenuti questo garrulo frugiperda.
gervasio Et a me tolta materia di giocarmi, circa la
maestà di questo reverendissimo gufo.
dicsono Ogni causa va bene se non v adirate.
gervasio Io quel che dico, lo dico con gioco; perché
amo il signor maestro.
polihimnio Ego quoque quod irascor, non serio irascor,
quia Gervasium non odi.
dicsono Bene: dumque lasciatemi discorrer con Teofilo.
teofilo Democrito dumque e gli Epicurei, i quali
quel che non è corpo dicono esser nulla, per conse-
guenza vogliono la materia sola essere la sustanza de
le cose, et anco quella essere la natura divina, come
disse un certo arabo chiamato Avicebron, come mo-
stra in un libro intitolato Fonte di vita. Questi mede-
smi, insieme con Cirenaici, Cinici e Stoici, vogliono le
forme non essere altro che certe accidentali disposi-
zioni de la materia: et io molto tempo son stato assai
aderente a questo parere, solo per questo, che ha fon-
damenti più corrispondenti alla natura che quei di
Aristotele; ma dopo aver più maturamente considera-
to, avendo risguardo a più cose, troviamo che è neces-
sario conoscere nella natura doi geni di sustanza,
l uno che è forma, e l altro che è materia; perché è ne-
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