[ Pobierz całość w formacie PDF ]
significa dietro la presenza, il superamento del primato dell ontologia?
Umanesimo dell'altro uomo rappresenta, per cos dire, il punto di
approdo dell'antropologia lvinasiana: consacrando l'etica come filosofia
prima e assegnando al sapere e all ontologia un ruolo secondario e
derivato, costituisce altres il testo in cui si acutizza maggiormente (non
dimentichiamo Alcune riflessioni sull'hitlerismo del '34: il destinatario
critico il medesimo) il distacco da Heidegger.
Pur riconoscendogli il merito indiscusso di aver introdotto la
differenza ontologica, Lvinas rimprovera ad Heidegger il progressivo
abbandono della soggettivit che trova il suo acme negli ultimi scritti e le
condizioni di possibilit di questa radicalizzazione gi in Sein und Zeit.
- 146 -
In una intervista del 1976, raccolta in Tra noi, Lvinas molto chiaro
in proposito:
In Heidegger la relazione etica, il Miteinandersein, l'essere-
con-altri, non che un momento della nostra presenza del
mondo. Non occupa il posto centrale. Mit sempre essere-
accanto-a... non l'approccio al Volto, zusammensein, forse
zusammenmarchieren [...] non potrei disconoscere la
grandezza speculativa di Heidegger. Ma nelle sue analisi gli
accenti sono spostati altrove. Ripeto, sono analisi geniali, ma
cosa significa nella sua teoria della Befindlichkeit la paura per
altri? Secondo me un momento essenziale: io penso appunto
che temere Dio significhi anzitutto avere paura per altri. La
paura per altri non rientra nell'analisi heideggeriana della
Befindlichkeit perch in questa teoria - molto interessante,
della doppia intenzionalit - ogni emozione, ogni paura in
fin dei conti emozione per s, paura del cane ma angoscia per
s. E il timore per l'altro? [...] Evidentemente pu essere
interpretato come il timore per s, con il pretesto che temendo
per l'altro io posso temere di trovarmi nella sua situazione.
Tuttavia non la stessa cosa il timore per l'altro: la madre che
ha paura per il bambino, o anche ciascuno di noi che ha paura
per l'amico, che teme per l'altro. (Ma qualsiasi altro uomo
amico, capisce?). Come, per caso, certi versetti del capitolo 19
del Levitico che terminano con E tu temerai Dio,
riguardano i divieti di cattiva azione relativa all'altro uomo.
La teoria della Befindlichkeit non forse troppo sbrigativa
qui? (TN pp. 151-152).
Ci che Lvinas rimprovera ad Heidegger il ruolo di com-
prensione dell'essere che riserva al Dasein, in nome di quell'oblio del quale
ritiene colpevole l'intera filosofia occidentale.
Infatti si tratta di interrogare un chi, il quale, pur godendo del
primato ontico, relegato al compito di interlocutore senza interlocutori
nella sua Geworfenheit, ma anche capace di ostentare potenza, triste
- 147 -
preludio dell'orrore nazista e dell'adesione del filosofo tedesco al regime:
un errore imperdonabile dir Lvinas.
Nel saggio giovanile del 1935 De l vasion Lvinas scriveva:
Ogni cultura che accetta l essere, la disperazione tragica che
esso comporta e i crimini che esso giustifica, merita il nome
di barbara. [& ] Si tratta di uscire dall essere per una nuova
via a rischio di ribaltare certe nozioni che al senso comune e
alla saggezza delle nazioni sembrano le pi evidenti
(E pp. 98-99).
L adesione di Heidegger al nazismo, nel 1933, trova una possibile
giustificazione, a parere di Lvinas, nella sua stessa filosofia: donde, la
barbarie della ontologia heideggeriana ed in genere di ogni ontologia
quale orizzonte ultimo 157.
Alla saggezza delle nazioni e al pensiero filosofico occidentale in
generale viene contrapposto il pensiero ebraico di derivazione biblica.
Proprio il pensiero di quel popolo che stava iniziando il pi tragico
dei suoi calvari, fornisce a Lvinas la fonte cui ispirarsi per rovesciare
l ontologismo, dogma indiscusso della filosofia occidentale.
Ma sar con la Lettera sull'umanismo del '46 che, decretando la
sudditanza dell'umano all'essere neutro, potr ritenersi compiuta in
Heidegger la pressoch totale rimozione del soggetto, per lasciare il posto
all'Ereignis der Sein, all'apertura dell'essere come evento originario.
157
G. Ferretti, La filosofia di Lvinas. Alterit e trascendenza, cit. p. 73.
- 148 -
Ma l'apertura, precisa Lvinas non pi l'essenza dell'essere che si
apre per mostrarsi, non la coscienza che si apre alla presenza aperta e
affidata a lei .
L'apertura il denudamento della pelle esposta alla ferita e
all'oltraggio. L'apertura la vulnerabilit di una pelle offerta,
nell'oltraggio e nella ferita, al di l di tutto ci che si possa
mostrare, al di l di tutto ci che dell'essenza dell'essere possa
esporsi alla comprensione e alla celebrazione. Nella
sensibilit si pone allo scoperto, si espone un nudo pi nudo
di quello della pelle che, forma e bellezza, ispira le arti
plastiche: nudo di una pelle offerta al contatto alla carezza che
sempre - persino equivocabilmente nella volutt - sofferenza
[ Pobierz całość w formacie PDF ]