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Seco recava nel fatal cammino
Il rapito dal ciel fuoco divino.
Se non che dura a tergo
Gli si premea la Forza e la ferrata
Necessità: scuotea l una i legami 15
De l adamante eterno, e l altra i chiovi
Con la imminente mano
Su la fronte stendea del gran Titano:
Mentre il Saturnio ne la rupe infame
Instigava del negro augel la fame. 20
Ma rinfiammò in Orfeo
L inestinguibil foco, ed egli mosse
Il duro sasso de le umane menti
Citareggiando e le foreste aurite;
Fin che pittore de l uman pensiero 25
Pari a numi ed al fato alzossi Omero.
Agosto 1854.
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Letteratura italiana Einaudi
Giosue Carducci - Juvenilia
LIX.
omero
...... Tra le morti e l alte
Ruine de gli umani e lo sgomento
Viaggiando la Parca, il ferreo carro
Agitava la Forza; e lei reina
La Vittoria seguia con il compianto 5
De la terra e del cielo. Al doloroso
Genere allora sovvenian le Muse,
Care tra tutte gl immortali e pie
Divinità. Correvate la terra
Imaginando e ricordando, e tempio 10
V era l uman pensiero, o pellegrine;
Quando voi nel sonante etra, ne l ampio
De la luce splendor, ne la procella
Che divina scoscende e i cori prostra,
Prima Omero sentí. La mano ei porse 15
A la cetra, e lo sguardo al mar di molte
Isole verdi popolato, al cielo
Almo su la beata Eubea raggiante,
E a voi tessali monti esercitati
Dal piè de gl immortali. Ardea, fremea, 20
Trasumanato, il giovinetto; e mille
Di numi ombre e d eroi nel faticato
Petto surgeano a domandargli il canto.
Ed ei pregò, la genitrice Terra
Molto adorando e il Cielo antico; e a suoi 25
Voti secondo te chiamò che in alto
Hai sede e regni l invernal Dodona,
Giove pelasgo. E voi spesso invocando,
Voi già prodotti in piú sereno giorno
Eroi figli de numi e di tiranni 30
Domatori e di mostri, e quei che forti
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Letteratura italiana Einaudi
Giosue Carducci - Juvenilia
Furo e co forti combatteano, venne
Del re Pelide al tumulo. E sedeva
Inneggiando, e chiamava O crollatore
Terribile de l asta, o d immortali 35
Cavalli agitator, móstrati al vate,
Uom nato de la diva. Un fatal canto,
Ecco, io medito a te; che n abbian gloria
Ellade e Ftia regale e d Eaco i figli,
Incremento di Giove. E, deh m assenta 40
Questo voto la Parca!, io ne la gloria
Tua de gli elleni il bel nome disperso
Raccoglierò poeta. Odo, la diva
Odo: e di te la grave ira mi canta.
O re Pelide, al tuo poeta móstrati. 45
Disse. E l udia l eroe; che da le belle
Isole fortunate, ove i concenti
De vati ascolta e quanto a numi è caro
Chi a la patria versò l anima grande,
Venne; ed in sue divine armi lucente 50
Isfolgorava deiforme. Un sole
Eran armi e sembiante; e, come stella
Di Giove che in sereno aere declina,
Pioveagli su le spalle ampie il cimiero
Flutto di chiome equine. E Omero il vide 55
Attonito; né piú gli occhi d Omero
Vider ne i campi d Argo il dolce sole.
Né se n pianse il poeta. Errò mendico
(E avea ne gli occhi la stupenda forma)
Il suol de i forti elleni; e le cittadi, 60
Opra di numi, ei non vedea; sí tutte
Di lor sedi erompean le achee cittadi
A l incontro del vate. Un drappelletto
Di garzoni e fanciulle (avevan bianco
Il vestimento e lauri in pugno avvolti 65
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Letteratura italiana Einaudi
Giosue Carducci - Juvenilia
De la mistica lana) intorno al vate
Stringeasi con amor: Vieni, o poeta,
A i nostri numi; e i nostri avi ne canta
E l adducean per mano. Egli passava:
Gli ondeggiavan di popolo le strade; 70
E le madri accorreano, i pargoletti
Protendendo al poeta. Orava a numi
Ne l entrar de le porte O dii paterni
E o dee che avete la cittade in cura,
Deh guardatela molti anni a nepoti. 75
Ne l àgora sedea, curvo a la terra
Il capo venerando; e parea Giove
Quando ne l areòpago discende
Da la reggia d olimpo. Erangli intorno
In su l aste di lunga ombra appoggiati 80
I prenci figli de gli eroi: diverso
E d infanti e di femmine e di vegli
E di chiomati giovinetti un vulgo
Addensato co gli omeri attendea.
Stavan presenti i patrii numi: il cielo 85
Patrio rideva in suo diffuso lume
Allegrato del sol: riscintillando
In vista ardea la ionia onda famosa,
E biancheggiavan lunge i traci monti.
Ed Omero cantò. Cantò di un nume 90
Che in nube argentea chiuso ognora il petto
Assecura de giusti; e come il divo
Senno di Palla per cotanto mare
Di perigli e di morte al caro amplesso
Radducea di Penelope e a la vista 95
De la sua cilestrina isola Ulisse.
Anche, su l capo a gli empi assidua l ira
Minacciando ed il fato, a l alme leggi
De l umano consorzio e a la vendetta
Le deità d averno addusse il vate 100
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Giosue Carducci - Juvenilia
Proteggitrici forze: onde solenne
La ruina di Troia, e spirò il duolo
Dal tragico terrore e il miserando
Edippo da le attee scene ed Oreste
Esagitaron l anime cruente. 105
Ecco! gli immoti e spenti occhi levando
Nel cielo e desïando il sol che vide
Le guerre sotto il sacro Ilio pugnate,
Di tutto il capo alzasi il veglio; e Grecia,
Senza moto e respiro, in lui riguarda. 110
Ecco! la man su l apollinea cetera
Rapidissima batte, orride stridono
Le ionie corde, i volti impallidiscono.
E cantò del Tidide a tutta corsa
Disfrenante su Dardani la biga, 115
Dritto ei nel mezzo, e mena l asta in volta:
Caggiono i corpi: infuriano nel sangue
I corridor fumanti: urla la morte
Dietro l eroe: corron le furie innanzi
Lo spavento, la fuga. E te piantato 120
In su la nave, o re Telamoníde,
Cantò; come e del gran corpo e de l asta
Grande e ben ventidue cubiti lunga
Reggei lo sforzo de la pugna, ed eri
Solo tu contro mille: a fronte urlavano, 125
Accorrenti, irrompenti, risplendenti
D armi e di faci i Teucri: Ettor crollava
Con man la poppa: sovra èrati Apollo
E l egida scotea: tonava il padre
Da l olimpo su greci: affaticato 130
A te cadeva il braccio, e ti battea
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